Un " altrove " in pustola vi pulsa sotto le gengive arrossate dal troppo masticare amaro.
Il malinvidioso è incurabile. Fiaccante. Debilitante. Squalificante. Una confessione d'inferiorità, dice Balzac.
L'invidia non è un paese per spiriti elevati.
E' il punto di ristoro sul sentiero del fallimento.
Il rifugio della rabbia repressa.
La rivalsa minima ma già morente dell'accumulo bilioso.
In un modo o nell'altro è secrezione vischiosa. Putrescente.
Dignità in avanzato stato di decomposizione.
Come nuovi non-vivi vi aggirate infetti nella parte meno in luce delle cose. Deformati nello spirito e spesso nell'espressione degli occhi - vi si infossano e si piegano in un acciglio perenne -.
Ruga d'espressione.
Cancellate nomi sperando di cancellare qualità.
Come i bambini cancellano col piedino i disegni fatti sulla sabbia col legnetto dagli altri bambini per avere lo spazio tutto per sé.
Segnate un territorio friabile. Come i cuccioli lo segnano con l'urina.
Altra secrezione maleodorante.
Siete importanti. Oh produttori di scarti e di ilarità sommessa. Speranza di dignità per contrappasso.
Vi stimo