mercoledì 21 ottobre 2015

De Invidia

Un " altrove " in pustola vi pulsa sotto le gengive arrossate dal troppo masticare amaro.
Il malinvidioso è incurabile. Fiaccante. Debilitante. Squalificante.
Una confessione d'inferiorità, dice Balzac.

L'invidia non è un paese per spiriti elevati. 

E' il punto di ristoro sul sentiero del fallimento. 
Il rifugio della rabbia repressa. 
La rivalsa minima ma già morente dell'accumulo bilioso.

In un modo o nell'altro è secrezione vischiosa. Putrescente. 

Dignità in avanzato stato di decomposizione.
Come nuovi non-vivi vi aggirate infetti nella parte meno in luce delle cose. Deformati nello spirito e spesso nell'espressione degli occhi - vi si infossano e si piegano in un acciglio perenne -. 
Ruga d'espressione.

Cancellate nomi sperando di cancellare qualità. 

Come i bambini cancellano col piedino i disegni fatti sulla sabbia col legnetto dagli altri bambini per avere lo spazio tutto per sé. 
Segnate un territorio friabile. Come i cuccioli lo segnano con l'urina.
Altra secrezione maleodorante.

Siete importanti. Oh produttori di scarti e di ilarità sommessa. Speranza di dignità per contrappasso.

Vi stimo