lunedì 22 settembre 2014

Total Quality Management e Lorem Ipsum


Giuro, esiste. Si chiama Contenuto.


Vi serve un applicativo teorico per definirlo?
Proviamo con Total Quality Management.
TQM. Esiste. 
Come la Basilicata. Che pure esiste. Lo giuro.
Io ci sono nata.
Non provateci. Non mi costringerete a farmi domande sulla mia effettiva esistenza. 
Finché il caffè sarà una voglia, potrò dire di esistere. 
Il Total Quality Mangement esiste proprio come la Basilicata.
Un luogo magico in cui immagini le cose più belle e quelle accadono. In un certo modo. 
Teso totalmente alla Qualità.
Un luogo in cui i ciclamini ricoprono il tappeto fittissimo dei boschi di faggio e la neve fa da mantello agli alberi secolari.


E' una rogna. Lo so. Nella giungla di prodotti e brand, per dirla con Sinclair, l'arronzo è di default.
Siete cresciuti così. Is the jungle out there...
Ma ve lo assicuro. Siete cresciuti male.
Potrei distruggere i vostri piccoli mondi rabberciati con " che madri avete avuto ". Senza mortificarvi troppo. In quella modalità da " puff. Non meritate neanche che vi insulti ".

Si, non voglio dare perle pasoliniane ai porci del web-underworld. Con buona pace di De Lillo.
Ma devo dirvelo. E vi dico che si, " l'immondizia è la gemella del diavolo ".

E voi, senza riguardo, ne producete a montagne.

Si può pensare, in un modello astratto  preventivamente privato delle variabili " Italia " e " Qualità " alla possibilità di dare ai contenuti pubblicati quel grado di importanza che altrove ( non qui) rivestono?

So bene che possa apparire complicato e per certi versi fantasioso accostare termini come Management e Quality, qui dove la parte più pulita dello stivale è la suola.
Cosa posso aspettarmi da soggetti che fanno il pari e dispari sull'esistenza della Basilicata inseriti così, senza sospetto, in un discorso sul bello nella creazione di contenuti?
Dev'essere proprio colpa dei miei natali magici, silvani, questo provare a fidarmi delle vostre capacità di giudizio. O almeno di rinsavimento.

Non è una critica. La critica necessita dell'esistenza di un testo e voi non fate testo.
Non fate testi. Il problema è esattamente questo.
La mia è solo una nota a margine.

Ditelo a Feigenbaum che a metà degli Anni Quaranta immaginò un mondo dedito alla ricerca della qualità che fa rima con felicità e ne fece un must di produttività e soddisfazione in una delle più grandi industrie del pianeta, in quegli anni: la General Electric.
Col passo ascetico dei belli senza virtù, alla fine del 2014 in Italia  siamo piuttosto a " di cosa diavolo stai parlando "?
I principi risolutivi dell'approccio di TQM si riassumono in soldoni con la possibilità ottenere il massimo della produttività di un'azienda contando sul coinvolgimento totale di ogni singolo dipendente nella tutela della qualità che, in termini di profitto, significa maggiore produttività per l'azienda e maggiore soddisfazione per i dipendenti. Un luogo di mutua gioia.

Chi sceglie il TQM ha in mente :






  • un forte orientamento al cliente
  • un metodo basato su un impegno di lungo termine per un miglioramento costante dei processi
  • una forte leadership della Direzione, accompagnata dal suo coinvolgimento nell'applicazione della metodologia
  • la responsabilità di stabilire e migliorare il sistema è demandata al top management
  • un miglioramento continuo delle performance a tutti i livelli e in tutte le aree aziendale                                       

  • Applichiamo adesso il concetto di TQM all'implementazione contenutistica di un progetto.
    Che sia esso prodotto per il web o per il cartaceo.
    Il contenuto, contestualmente all'immagine grafica è il primo mezzo di attrazione di un progetto.
    A maggior ragione quando deve fornire informazioni, presentare un progetto, raccontare una storia.
    Il testo è l'alibi del sito. E' il motivo per cui il sito esiste.
    E' la lettera di benvenuto.

    Perché ne parlo, dopo un occhiello dedicato al TQM?
    Perché il concetto di Qualità è alieno alla maggior parte dei progetti realizzati. L'attenzione al contenuto è sommaria ed elementare. Il tempo assegnato alla ricerca e all'implementazione dei contenuti è così male amministrato che spesso suona come offensivo. Io lo trovo offensivo.
    Privo di unicità. Il lungo periodo è cancellato dalla necessità di riempire spazi e darli in pasto al web nel minor tempo possibile. Il cliente ha la concretezza di un cloud.
    La leadership si basa sul fanatismo esasperato dei produttori seriali di pagine. Che non hanno alcuna etica e che non investono nella RESPONSABILITA' di ciò che poi navigherà nell'immenso www.
    Si, caro Don, altra immondizia per i tuoi archeologi.
    E il miglioramento continuo? Non è contemplato. Questo proprio no.


    Il LOREM IPSUM è si gran lunga preferibile all'accozzaglia di parole accatastate senza amore in quello che si propone d'essere uno strumento di diffusione, di conoscenze e di informazione.
    Rileggetelo, se credete.


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    Guardate la poesia di queste parole. La punteggiatura puntuale, misurata. Corretta.
    La ricerca della parola; la creazione del climax. Quel " cupiditat non poident " poi...è magistrale.


    Nella vostra gestione manageriale della qualità, nel calcolo dei tempi da assegnare ai singoli comparti, avete scelto il tempo giusto da assegnare ai vostri content editor?
    Non scegliete i loro tempi in base alle vostre previsioni dettate dalle vostre ristrette capacità di composizione testuale. V'ingannate.
    Vi si chiede di entrare in cucina e di scegliere tegami, piatti ed ingredienti, quando scegliete un ristorante stellato dalla Guida Michelin? Vi si chiede di dosare lo zucchero a velo, di disporre le pietanze nel modo più invitante, di badare alla fiamma?
    E' il vostro compito?

    Se puntate alle stelle, mettetevi seduti.
    Comodi.Ve lo dice anche Calvino. Alle cose belle bisogna predisporsi, anima e corpo.
    E lasciate che gli artisti facciano la loro.
    Questo è TQM. Questa è bellezza.
    Altrimenti, andate di Lorem ipsum. Sta bene su tutto. Ed è un must have per ogni stagione.