martedì 16 settembre 2014

L'AGGRATIS che v'aggrada


Dalla peste al trono di niente 



Verrà un giorno 

La prima volta che lessi questa espressione m'immaginai perfettamente il viso di Fra' Cristoforo. 

Il mento alto, lo sguardo fisso e dardeggiante. Il dito al termine del braccio disteso. Una punta di lancia immaginaria. Al cuore. Alla vita. 
Una sentenza. Non una speranza ma una sentenza. 
Non si sfugge a cose come questa. 
Arriva una peste qualsiasi a farvi male. Non v'ingannerete quando arriverà. Non sarà un livido.
Avete un'anima livida che v'imputridisce dentro. 
Qualcuno ha già espresso questa sentenza per voi. 

La cosa più orribile delle COLLABORAZIONI GRATUITE è questo piglio altero e ignorante dei presunti committenti.
Sono una ragazza di parola e di parole. Non lesiniamo dunque sui termini.
Committente. 
La precisazione è necessaria: m'insegnate che il termine committenza si riferisce al commissionare un lavoro dietro COMPENSO. 
Quindi, non tanto per decenza ma per evidenza, chiamiamo le cose col loro nome. 
Il processo di assegnazione del lavoro l'avete capito. Poi vi perdete nel suo compimento. 
Il compimento del processo, sebbene sia doloroso per voi, si chiama COMPENSO. 

Non c'è niente di nobile nel pretendere opere gratuite. In generale. 
Pretesa e nobiltà non sono comunemente associate se non per ossimoro. 
E voi pretendete. Con la maleducazione stantia e untuosa del Fagin di Dickens. 
E con la stessa cattiveria senza scrupoli. 

Quelle opere costano ad un esecutore del suo. 
Quello suo è anche conosciuto col nome, non a caso, di LAVORO.

Capisco bene che di questi tempi, in cui leggete che " non c'è lavoro " vi sentiate dei benefattori ad offrirne uno. Ma non immaginavo che occorresse precisare che il lavoro che manca è quello retribuito e che voi contribuite, questo si, ad accrescere il mercato del LAVORO NON RETRIBUITO.

Capitolo speciale è quello dedicato al lavoro di SCRITTURA.  

Né c'è nobiltà nel mascherare le vostre offerte di " spazi di pubblicazione " per riempire le vostre pagine e gonfiare i vostri utili, sgonfiando i nostri spazi di tempo, la nostra autostima e la nostra creatività. 
Non c'è nobiltà nel vessare i collaboratori che lavorano AGGRATIS con proclama da chiamata alle armi se mancano ad un appuntamento col loro contributo di opere AGGRATIS perché " qui stiamo facendo la storia ". 
Non ci inserite in " noi " che sono " voi " per creare la " squadra ". 
Fossimo mercenari, facessimo scempio di termini, congiuntivi e verità, probabilmente riusciremmo a metter qualcosa in tasca. 
Invece siamo cultori del bello. Così tanto che per l'AGGRATIS vostro ci affiniamo pure.
Seguendo l'adagio sempre vivido del Nulla dies sine linea

L'esercizio, tuttavia è privato. 

Non siete William Wallace. Non ci state promettendo la libertà.
Non siete Robb Stark e preferiremmo andare alla barriera piuttosto che sollevare anche solo una volta ancora la nostra penna per voi. 

Siate almeno educati, nel limite della vostra presunzione e del più infimo provincialismo di cui vi fregiate. 
Non posso richiamarvi alla professionalità. 
Non alla riconoscenza. 
Non alla buona memoria. 
Ma almeno alla buona educazione. 

Smettete quelle arie da guru dei poveri. 
I titoli si conquistano. Sono gli altri ad assegnarli. 
La madre dei Draghi è entrata nel fuoco e ne è uscita indenne. 
Ha conquistato il suo nome.  
Ritrovate quindi ( o comprate se potete...) un etto di umiltà. 
Smettete quell'aria da imprenditori con i titoli autocertificati in inglese e le magliette a maniche corte ( perché la camicia fa vecchio). 
Gli imprenditori senza portafogli dovrebbero almeno avere la capacità intuitiva di sapere mantenere e riconoscere le professionalità che il caso gli mette immeritatamente davanti. 
E sapere scegliere i tempi oltre i quali non è più consentito pretendere gratuità nelle prestazioni. 

Senza ricorrere ai vostri analisti ( che comunque lavorano AGGRATIS ) fate il calcolo di quanti sono arrivati e di quanti sono scappati. 
Rileggetevi. E correggetevi. E' saggio rileggersi. Nessuno fa più errori di ognuno di noi. 
Accorgetevi di quanto siete pesanti e distruttivi. 
Di quanto siete conosciuti più per la disonestà che per la purezza. 
Più per ciò che dovete che per quello che avete dato.

Non c'è nulla di cui vantarsi.
In questo vostro piccolo universo col vostro nome, fatto di diffidenza, arrivismo, utilitarismo sfrenato e pochezza conclamata. 

E non provate neanche ad approdare all'ultima spiaggia del " molti nemici molto onore ".
Perché nascosti nell'ombra e nella corazza da parassiti non avete neanche il diritto di poter dire di aver conquistato i vostri nemici.

Questo, per oggi, il mio nulla dies sine linea
Puro esercizio.