sabato 27 settembre 2014

Di altalene. E scatole alla fermata del tram


Se vostro figlio vuole fare lo scrittore o il poeta sconsigliatelo fermamente. Se continua minacciatelo di diseredarlo. Oltre queste prove, se resiste, cominciate a ringraziare Dio di avervi dato un figlio ispirato, diverso dagli altri ( Grazia Deledda )  

Ditelo così, quando spiegherete ai vostri figli che la strada che hanno scelto non esiste.
L'isola che non c'è si raggiunge in volo. E le ali sono la differenza fra uomini e semidei.
State parlando a Mercurio, non troppo vicino al sole.

Ditelo così, con due incisive che sembrano un pugno in faccia, un carico sulle spalle che vi spinge nel fango. Soccombenti, annoiati. Stanchi. 
Ditelo insegnandogli l'umiltà, perché la confonderanno con la vergogna. 
Ma ricordategli che ha le sue parole e di tutto saprà dire ma non avrà paura. E se l'avrà, saprà raccontarla. La scrittura è una palestra. A combattersi si impara scrivendo. 
Lo scrittore deve insegnare a se stesso che la cosa più vile è avere paura (William Faulkner) 

Ditegli piuttosto che sarà un'arma. La più implacabile. La più raffinata arte silenziosa del mondo
Ogni popolo brandisce il suo scrittore o i suoi scrittori come cannoni ( Amelie Nothomb) 

Ditelo provando ad offrirgli alternative ridicole ma scritte bene, come suggeriva Steinbeck:
La professione di scrivere libri fa apparire le corse dei cavalli un'attività solida, stabile  
Ditelo suggerendo apocalittici risvegli senza ombre di altri, voli solitari e strade deserte
Lo scrittore è essenzialmente un uomo che non si rassegna alla solitudine            ( Francois Mauriac) 
Ditelo. Non siete scrittori ma parlate molto. Nella parte di chi da consigli l'ispirazione non riesce ad essere manchevole, i profani diventano retori nell'atto di correggere. 
Così, dite pure che vedrà cose che non sarà facile spiegare, perché sente e sa spiegare. Ciò che agli altri è dato solo di sentire
 ...che osa evocare alla luce tutto quello che abbiam sempre sott'occhi, e che gli occhi indifferenti non percepiscono ( Nikolaj Vasil'evic Gogol') 
 Eppure, non dimenticate di dire che per la maggior parte delle cose che scriverà sarà il più ingenuo e il più innocente. Perché spesso non saprà alcunché di quelle cose. Il suo dono è nel sentirle al di là di quanto le veda. Il suo dono è nell'essere parte del suono dell'universo. Che si racconta su frequenze non udibili. Lui le ascolta. E racconta cose che non sa.


Uno scrittore che tiene un diario lo usa per registrare ciò che sa; nelle poesie e nei racconti mette quello che non sa ( Adam Zagajewski)

Di cose note. Di cose che tutti avvertono e non sanno dire. Di cose sconosciute. Tutto è ispirazione pronta a farsi racconto. Tutto diventa storia. 


Noi (scrittori) rubiamo da tutto e da tutti (Philip Pullman)


Alla Voce " Sognatori "
Elisa. Che inscatola sogni. Alla fermata del tram
Ripresa da Google che non lo sa che è andata via ma adesso è ancora qua
E senza indugio, ditegli di ricordarsi di com'erano. Non di quella parte di sé che è fiaccata dagli amori caustici, dai tramonti intrappolati nelle fotocamere, dai tempi dettati dal trasposto pubblico. Dalla pioggia che macchia i vetri invece di ricordare il suono delle gocce che cadono nel bosco. 
Dalle crudeltà piccole e ripetute. Fatte e subite. 
Ditegli che l'enciclopedia dello scrittore è nei bigliettini appallottolati a scuola. Nelle frasi cerchiate a matita sui libri con le figure. Nel caschetto biondo e spettinato del Piccolo principe. Nei racconti di boschi e ciclamini. 
Nella rosa essiccata usata come segnalibro di Piccole Donne.
Nel filo ricucito di un libro trovato in soffitta. Pagine ingiallite e polvere smossa.
Ditegli che quando ogni parola che scriverà gli ricorderà il volo dell'altalena costruita da suo nonno, sotto la grande Quercia, allora si. E' il motivo per cui ringraziare Dio. Di qualsiasi dio si tratti. 
Un vero scrittore non scrive in una lingua appresa da adulto ma nella lingua che conosce sin dall'infanzia (Isaac Singer) 
Ho pensato a quei genitori, che somigliano ai miei. 
Che per caso ricevono figli che si muovono nelle esistenze altrui con le loro immagini scritte a parole. Impossibile diseredarli: l'eredità più grande è in quelle parole per cui saranno forse soli, malinconici e sognati. 
Immagine di chi accumula sogni da scrivere. In scatole ripiegate, alla fermata del tram