venerdì 17 dicembre 2010

Mai più

Mai più
(J. Prévert)



In piena notte all'alba mai più per sempre
io ti amerò. Ecco cosa egli le cantava
Il cuore di lei lo trattava freddamente
Vorrei che tu non amassi che me
Egli le diceva che era pazzo di lei
e che ella era troppo ragionevole di lui

Mai più per sempre
in pieno giorno e di prima notte

Ma certo se ti dico che ti amo ti amo da morire ed anche un po' da viverne
E non voglio dire che non amo che te che non amo partire
partire per ritornare che non amo ridere
e che ai tuoi teneri lamenti io non preferisco il tuo sorriso
Non amare che me ella dice o allora questo non conta

Cerca di capire

Non m'importa niente di capire

Hai ragione non si tratta di capire
si tratta di sapere

Non voglio sapere nulla

Hai ragione non si tratta di sapere si tratta di vivere di essere di esistere

Tutto ciò non esiste
Voglio che tu mi ami e che non ami che me ma voglio che le altre ti amino

e che tu ti rifiuti a loro a causa mia


Terribilmente avida

È forse colpa mia ma son fatta così

Va bene egli dice e se ne va

Mai più all'alba in piena notte per sempre. Non vale la pena ritornare

Lei ha gettato le valigie dalla finestra e lui è per la strada solo con le valigie

Ed eccomi ora tutto solo come un cane sotto la pioggia

Poi constata che non piove, peccato, è meno riuscito
comunque non si può avere tutte le sere una tempesta di neve e la scena non è sempre drammatica a piacimento. L'uomo lascia cadere le valigie, le camicie e il rasoio elettrico, le boccette e con le mani in tasca, il bavero del soprabito rialzato, si addentra nella nebbia
Non c'è nebbia ma l'uomo pensa " Abbandono le valigie mi addentro nella nebbia "

Allora c'è la nebbia e l'uomo è nella nebbia e pensa al suo grande amore e rivanga i violini del ricordo ed accelera il passo perché fa freddo e passa un ponte e ritorna sui suoi passi e passa un altro ponte e non sa perché
Uomini e donne escono da un cinema dove dietro a un manifesto c'è un prelato
E la folla se ne va la luce si spegne il prete resta

Che diavolo potrà mai fottere di dietro a quel manifesto quel prete

Appena l'uomo lo guarda il prete scompare ma di tanto in tanto la testa s'affaccia
come il piccolo cappuccino della piccola casetta dei barometri molto semplici una testa piatta e livida come una luna malata come albume stantio su un piatto molto sporco

E poi dopo tutto che me ne frega. Quel cinema è forse il locale notturno di quel prete

Ma il prete lancia un piccolo grido come una donnetta che viene scannata come un barboncino che muore. Nelle nebbie di Londra in piena Parigi di notte, l'uomo fugge

Mai più per sempre.
inseguito dal suo grande amore