La paura è una intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto. È una delle emozioni primarie, comune sia alla specie umana che animale...( FONTE: wikipedia)
Alcune anime non hanno AMIGDALA. Farsi male è un fatto congenito.
L'amigdala è una piccolissima ghiandola cavernosa a forma di mandorla - il nome deriva dal greco e indica proprio il dolcissimo frutto del mandorlo, pianta appartenente alla famiglia delle Rosacee -.
Nel nostro sistema nervoso centrale ha il compito di controllare le reazioni e tutte quelle sensazioni emotive che definiamo paura. E' responsabile quindi del comportamento di difesa contro le cose che riteniamo potenzialmente pericolose per noi.
Molte anime, senza avere per questo un gene che ne sia responsabile, sono anime disamigdaliche. Anime senz'amigdala.
Incuranti del pericolo, sono come quelli che passeggiano senza ombrello mentre piove. Che l'intensità della pioggia non cambia l'andatura del loro passo. Né cancella quell'inspiegabile sorriso.
Così è inevitabile non accorgersi del dolore, dell'indifferenza, delle cattiverie, della freddezza...se non quando è troppo tardi.
S. M. vive nel freddo stato dello Iowa e la sua è un'esistenza ovattata, vissuta come in un mondo senza pericoli. E' nata senza l'Amigdala e non avverte la paura per la semplice mancanza di questa minuscola ghiandola. Che terrorizza ogni essere vivente della terra.
E la rende unica.
Ci si interroga su quanto possa significare, soprattutto in ambito di addestramento militare, essere in grado di annientare la paura. Quanto possa servire avere eserciti completamente impavidi davanti al nemico. A sua volta, forse, per nulla intimorito.
Un mondo che si affaccia alla non empatia per definizione. O meglio per genoma.
Non credo mi piaccia.
Curerò la mia amigdala. Perché per una persona che ne è priva geneticamente, per centinaia che potrebbero esserne prive, attraverso esperimenti di deumanizzazione e per tutti quelli che senza difetti non hanno paura, io avrò cura della mia paura.
Quella del corpo. E quella dell'anima.
Quella che cammina sotto la pioggia. Col passo lento di chi sa che si sta bagnando. Ma che quest'acqua vale un arcobaleno. Alla fine del prossimo passo.